Una breve storia della microbiologia agraria a Pisa

 

a cura di Marco Nuti

Università di Pisa, Dipartimento di Chimica e Biotecnologie Agrarie

La Microbiologia agraria all’Università di Pisa inizia con l’opera del Prof. Renato Perotti (1879-1953) agli inizi del ‘900: nel 1924-25, vincitore di concorso, fu chiamato a Pisa sull’insegnamento della Patologia Vegetale e Batteriologia (Verona, 1953). Le circostanze lo portarono a essere il primo Direttore dell’omonimo Istituto, che egli organizzò prima nella palazzina del Collegio “Ridolfi” (poi Collegio “A. Pacinotti”) all’interno della Facoltà di Agraria, e poi al secondo piano della Facoltà stessa, ala nord, dove l’Istituto di Microbiologia agraria è rimasto fino al 1997, quando è confluito nel Dipartimento di Chimica e Biotecnologia agrarie. La Microbiologia agraria si affaccia quindi tra gli insegnamenti della Facoltà di Agraria di Pisa dopo oltre un cinquantennio dalla sua fondazione, avvenuta come Istituto Agrario nel 1840, poi come Corso di Agraria nel 1844 e come Facoltà vera e propria nel 1871. E’ curioso notare che il Regolamento della Facoltà, notificato dalla Soprintendenza agli Studi del Granducato di Toscana il 1 Marzo 1844, precorrendo i nuovi ordinamenti per le attuali lauree di ben 156 anni, prevedeva tre anni di corso e sedici materie (Benvenuti et al.,1991); non era prevista una microbiologia come tale, dovendo essere ancora scoperto all’epoca il ruolo fondamentale dei microrganismi nella produzione primaria e nei processi trasformativi e conservativi dei principali alimenti. Ma già 50 anni dopo la fondazione della Facoltà di Agraria (erano passati Pasteur, Beijerinck, erano appena noti gli studi iniziali di Winogradsky) la batteriologia agraria poteva contare a Pisa sul Prof. Renato Perotti, sul suo primo allievo e assistente prof. Onorato Verona, sul Dr. Gustavo Bonaventura e sul tecnico Sig. Mattì. Nei primi dieci anni di vita gli allievi dei laboratori di Patologia e Batteriologia del Regio Istituto Superiore Agrario di Pisa furono 39 (Verona, 1934). Tra questi, oltre a Verona e Bonaventura, c’era Guido Pontecorvo e numerosi altri destinati al mondo accademico e della ricerca. Quasi cento le pubblicazioni scientifiche dei primi dieci anni di vita dei laboratori, soprattutto nel settore della patologia vegetale, ma anche di microbiologia del suolo e sulla microflora intestinale e sui blastomiceti.

Inizialmente la distinzione tra la Patologia Vegetale e la Microbiologia agraria non era così netta e ambedue le materie vennero insegnate prima dallo stesso R. Perotti, poi dal giovane prof. Verona. Ma ben presto, negli anni ’30, Verona entra in contatto con Serghej Winogradsky che nel frattempo, fuggito con la rivoluzione bolscevica, si era stabilito all’Institut Pasteur su espresso invito di Emilio Roux, successore di Luigi Pasteur. Questa frequentazione segna profondamente la vita di Onorato Verona che, pur continuando a occuparsi di  microfunghi filamentosi e lieviti vinari, inizia più o meno in quel periodo a occuparsi di microbi del terreno e a capirne la fondamentale importanza nei cicli biogeochimici in natura. E’ probabile che la creazione del Centro di Microbiologia del Suolo da parte del CNR, affidato al prof. Verona a Pisa nel 1966, sia dovuta in parte a quel fortuito e fortunato incontro tra Verona e Winogradsky. Il prof. Verona amava ricordare  a questo proposito, che la Microbiologia del suolo al Pasteur era spesso allietata anche dall’ottima capacità pianistica di Winogradsky che si faceva accompagnare dalla figlia Elena per le sonate a due mani.

Tra gli allievi di quella formidabile Scuola tra gli anni ’30 e ’50, Guido Pontecorvo fu certamente una personalità scientifica di primo piano. Laureato in Agraria nell’anno accademico 1927-28 sotto la guida del prof. Perotti si occupò inizialmente di micobatteriosi fiorali. In seguito si spostò all’Institute of Animal Genetics di Edimburgo e infine all’Università di Glasgow, dove condusse negli anni della maturità della sua carriera scientifica, le ricerche fondamentali nella storia della microbiologia sulla genetica di Aspergillus nidulans. Ma la storia della Microbiologia agraria di Pisa per buona parte della seconda metà del secolo scorso è stata scritta da Onorato Verona e dalla sua Scuola. La forza trascinante di Verona fu sicuramente dovuta alla sua chiara visione della Microbiologia nell’ambito delle Scienze Agrarie. E ancor più fu dovuta al desiderio, si direbbe necessità, di fornire alla didattica (suoi rimangono i classici di testo della Microbiologia agraria e di Microbiologia degli alimenti, quest’ultimo in collaborazione con Giovanni Picci, entrambi per i tipi della UTET) il suo più naturale entroterra: le conoscenze acquisite con tenace volontà attraverso l’attività di ricerca condotta sia in prima persona che, con convinta motivazione, dai suoi collaboratori e allievi. Dai blastomiceti ai funghi filamentosi, dai batteri acetici ai microrganismi terricoli: in quaranta anni sono più di quattrocento le pubblicazioni che Verona e Collaboratori hanno prodotto e che rimangono nella collezione dell’ex-Istituto di Microbiologia agraria di Pisa. I principali processi geobiochimici (ciclo dell’azoto e del carbonio, i microbi del ciclo dello zolfo), le fermentazioni vinaria ed acetica, gli studi di base sulla biologia dei microfunghi filamentosi e dei lieviti costituiscono l’ossatura della quarantennale attività di ricerca di Onorato Verona. Fu antesignano nella Facoltà d’Agraria di Pisa, Editor di una rivista internazionale insieme a Tibor Benedek (“Mycopathogia et Mycologia applicata”) e della storica “Agricoltura Italiana” (oggi “Agricoltura Mediterranea”, con oltre cento anni di vita).

Molti allievi del Prof. Verona hanno occupato posizioni di preminenza scientifica internazionale nella ricerca e nell’industria: Nicola Loprieno, professore di Genetica all’Università di Pisa, con i suoi fondamentali studi di genetica microbica, Angelo Rambelli Direttore dell’Orto Botanico di Roma con gli studi di micologia, Giorgio Mazzucchetti e Manrico Firpi all’Ente Nazionale Cellulosa e Carta con i lavori sulla degradazione microbica dei manufatti cartacei, Giovanni Picci (suo successore nella cattedra di Pisa) con gli studi sui lieviti, Piero Gambogi e Giancarlo Treggi (il primo ordinario di Micologia a Pisa e il secondo responsabile dell’Osservatorio Fitopatologico del ministero dell’Agricoltura nella stessa sede).

Fino agli allievi degli anni ’70: Aldo Lepidi, Marco Nuti, Marco De Bertoldi, Sergio Casella, Manuela Giovannetti, oggi sparsi in varie sedi accademiche in Italia. Il Centro di Studio per la Microbiologia del Suolo del CNR, operativo dal ’70 in poi, ha sicuramente contribuito all’avanzamento delle conoscenze in sede internazionale. Oggi è confluito nell’Istituto nazionale di Biologia e Biotecnologia Agraria del CNR, dopo 36 anni di vita autonoma.

Ma pur nella esiguità del gruppo, i microbiologi agrari dell’Università di Pisa, continuano l’opera illuminata dei Maestri sia sul piano della ricerca che su quello della didattica. La prima con oltre duecentocinquanta lavori scientifici su riviste internazionali dalla scomparsa di Onorato Verona, la seconda con ben dieci insegnamenti di microbiologia nei vari Corsi di Laurea e Laurea Magistrale.